venerdì 22 settembre 2006

Precarietà

Siamo precari e non possiamo negarlo, ma è proprio necessario che qualcuno ce lo rammenti continuamente? A chi mi riferisco?
Non vorrei impelagarmi in un discorso sterile costruito su inevitabili luoghi comuni.
Il sistema politico economico dominante? Forse!
Marxianamente non vorrei escludere però l'influenza che il sacro ha sul profano.
Vorrei non dover mai percorrere le impervie strettoie della banalizzazione.
Qual'è allora l'approccio corretto alla risoluzione del problema?
Preferisco che le condizioni iniziali siano chiare. Quali sono?
Il sistema economico, per voce dei suoi tirapiedi di destra e di sinistra, ci vorrebbe convincere che il mercato è un Dio inflessibile al quale non ci resta che prostrarci.
Le religioni monoteiste ci impongono un Dio immateriale, ma ugualmente terrificante, al quale sacrificarci.

Io ho deciso di non farmi annichilire.

Questa è una presa di posizione.

Voglio Tutto e lo Voglio Subito!


Non Voglio più essere spettatore di atrocità compiute da demoni sacri ed economici solo umani.

Non Accetto che le necessità produttive e mercantili giustifichino la distruzione del pianeta.

Voglio e pretendo rispetto per la mia intelligenza!

Accetterò la sola precarietà biologica!

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